Grazie all’elevata area specifica il carbone attivo è in grado di trattenere al suo interno molte molecole di altre sostanze, potendo accomodare queste molecole sulla sua estesa area superficiale interna; in altre parole, il carbone attivo è un materiale che presenta elevate capacità adsorbenti.

Il carbone attivo è utilizzato nell’ambito della filtrazione, purificazione, deodorizzazione e decolorazione di fluidi. I carboni attivi visti al microscopio sono composti da una serie di cunicoli che diventano via via più piccoli e questo permette di “intrappolare” gli inquinanti presenti nell’aria. Tale struttura permette di avere una superficie specifica molto elevata, anche fino a 2500 m²/g, tecnicamente suddivisa in macropori (>500 Angstrom), mesopori (20-500 Angstrom) e micropori (0-20 Angstrom).

Tipologie

La nostra società potrà offrirVi vari tipi di carbone dalla polvere al granulare in scaglie:

  • ACFINDPOR è il marchio Brofind dei carboni attivi in polvere. Le elevate caratteristiche di adsorbimento, ottenuto mediante elevata purezza rendono il prodotto particolarmente adatto a questa applicazione.
  • ACFINDBIT corrisponde a carbone attivo in scaglie di varie granulometrie. L’elevata resistenza li rende idonei per la riattivazione.
  • ACFINDZ equivale al carbone attivo in cilindretti. E’ disponibile sia vegetale che minerale. Anche questo tipo di carbone può essere rigenerato con vapore o gas.

Caratteristiche e vantaggi offerti

  • decolorazione, ad esempio nell’industria alimentare;
  • trattamento degli avvelenamenti come adsorbente delle tossine;
  • trattamento delle acque reflue industriali;
  • potabilizzazione dell’acqua, ad esempio negli acquedotti;
  • recupero di solventi;
  • supporto per catalizzatori;
  • trattamento aria (ad esempio nei filtri abitacolo, al fine di ridurre eventuali molestie olfattive veicolate dall’aria esterna);
  • eliminazione di antibiotici e fungicidi negli acquari, dopo il trattamento della durata prevista (spesso dalle 2 alle 4 settimane).

Rigenerazione

L’accumulo di inquinanti sulla superficie del carbone attivo determina la perdita graduale del potere di adsorbimento fino ad annullarlo. A questo punto il carbone attivo esausto deve essere sostituito oppure rigenerato attraverso un processo di rigenerazione o riattivazione che fa riacquistare al carbone le proprietà adsorbenti. La rigenerazione può avvenire mediante:

  • metodi chimici, o con reattivi chimici che ossidano le sostanze organiche adsorbite, o con solventi che ne provocano l’estrazione;
  • flusso di vapore o di gas inerte (tipicamente azoto) a temperature relativamente alte (150-220 °C) per il desorbimento dei composti organici volatili (COV) adsorbiti;
  • processi di rigenerazione biologica;
  • processi termici (riattivazione), attuati attraverso il riscaldamento del materiale in forni rotanti ad atmosfera controllata (per non ossidare il carbone) fino a temperature di 800-900 °C, provocando la pirolisi delle sostanze adsorbite.

Il metodo più efficace è l’ultimo summenzionato, cioè la riattivazione termica ad alte temperature (850-2500 °C), tuttavia comporta la perdita di una parte del carbonio trattato.

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